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FORMAZIONE: Non si vede bene che col cuore

Università di Trento, School of Innovation e Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Trento hanno organizzato il 7 ottobre una lezione pratica di empatia

mercoledì 26 ottobre 2022

All'interno del corso in “Empathy and Innovation”, la SOI – School of Innovation ha organizzato con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Trento un tour multisensoriale della città. Studenti e studentesse sono stati invitati a vivere in prima persona la condizione che le persone cieche o ipovedenti sperimentano ogni giorno. L’obiettivo del corso è individuare soluzioni efficaci che rispondano ai bisogni, ai desideri e alle aspettative delle persone utilizzando l’empatia come chiave d’accesso.

L’innovazione nasce prima di tutto dal cuore, dall’empatia, dalla capacità di fare propri i problemi che non ci riguardano in prima persona e di mettersi nei panni dell’altro. Con questa convinzione, l’Università di Trento ha inserito nel programma della School of Innovation un corso che punta sulla condivisione delle emozioni come scintilla del processo creativo: si tratta di quello che nel Design Thinking viene chiamato "Empathize”.

Nell’ambito di questo insegnamento, la SOI ha proposto nelle scorse settimane una particolarissima esperienza multisensoriale. “L’esperimento – racconta Alessandra Scroccaro, docente del corso – ha coinvolto venti studenti e studentesse. Con loro, a portare la propria testimonianza e ad accompagnare il gruppo nella passeggiata per le strade della città, c’erano Dario Trentini, presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di TrentoCristian Sighel, ultramaratoneta, cieco dall'età di vent’anni, Giorgia Pizzini, cieca assoluta e studentessa al secondo anno di Lingue, e Li Chen, studente ipovedente al terzo anno di Economia. Il gruppo è stato coadiuvato da Sara Zomer e da Martina Fantinato, rispettivamente assistente sociale e tirocinante dell’associazione”.

Dopo una fase di conoscenza e preparazione presso la sede della SOI, è cominciata l’esperienza vera e propria. I partecipanti sono stati divisi in coppieun componente è stato bendato, per sperimentare in prima persona la condizione di cecità; l’altro è rimasto a occhi scoperti, per fare da guida e farsi carico della sicurezza della persona accompagnata.

Il gruppo è quindi partito da via Tommaso Gar per raggiungere via Zanella, via Rosmini, quindi via Verdi e il Duomo. Lì, in piazza D’Arogno, i partecipanti bendati sono stati invitati a scoprire in modo tattile la città esplorando il grande plastico bronzeo collocato nella piazza.

Una volta ripartito, il gruppo ha raggiunto piazza delle Erbe, dove le persone bendate e le guide si sono scambiate di ruolo. Nella seconda metà del tour, l’attività tattile ha riguardato la fontana del Nettuno in piazza Duomo, con i partecipanti che sono stati invitati a toccare con mano la pietra rossa del basamento e della vasca. Infine, il ritorno alla SOI per uno scambio di emozioni e sensazioni.

“I ragazzi e le ragazze che hanno preso parte a questa esperienza – ci dice Scroccaro – hanno compreso l’importanza di avere fiducia nella propria guida. Molti di loro hanno evidenziato come, una volta bendati, gli altri sensi risultassero enormemente potenziati. In queste situazioni, il corpo si orienta in maniera diversa e cambiano i punti di riferimento. Cambia anche la percezione delle distanze: ci siamo mossi nel raggio di poche centinaia di metri, ma a chi era bendato sono sembrati chilometri”.

L’esperimento ha poi un ulteriore risvolto didattico: alle studentesse e agli studenti che hanno partecipato è stato chiesto di proporre una soluzione efficace affinché i loro colleghi ciechi e ipovedenti possano raggiungere in sicurezza e in autonomia le aule universitarie. “Avendo sperimentato la condizione di cecità assoluta, i partecipanti ora hanno più familiarità con gli ostacoli che queste persone devono affrontare quotidianamente e sono più pronti a co-disegnare soluzioni efficaci rispondenti ai bisogni e agli obiettivi di persone cieche” conclude Scroccaro. Le soluzioni saranno presentate il 30 novembre prossimo durante la SOI Open Night dedicata a empatia e innovazione, in cui ci saranno come ospiti Cristian Sighel, Giorgia Pizzini e Li Chen.

di Daniele Santuliana

Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Link all’articolo: Non si vede bene che col cuore | UniTrentoMag (unitn.it)

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